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Carolina Pozzi per le illustrazioni (@pinkiilconi)
Oggi Pinki il coni, nelle sue esperienze di apprendimento, si trova alle prese con ciò che viene comunemente definito “errore”.
Definizione di errore
Ma cosa è l’errore? Il vocabolario della lingua italiana lo definisce come “Lo sviarsi, l’uscire dalla via retta, spec. in senso fig., l’atto e l’effetto di allontanarsi, col pensiero o con l’azione o altrimenti, dal bene, dal vero, dal conveniente” (Treccani).Leggendo attentamente questa definizione, possiamo osservare e prender consapevolezza del fatto di avere una concezione di errore che si allontana un bel po’ da quello che è il costrutto originario e corretto del termine.
Nascita del concetto di errore
In che momento, nella nostra testa, si definisce il concetto di errore?
Da bambini, ogni volta che “sbagliavamo” qualcosa (inserisco il termine tra virgolette data la forte valenza soggettiva che esso assume ogni qual volta definiamo qualcosa come errato), venivamo rimproverati per non aver rispettato un cosiddetto standard, che poteva essere di tipo morale, pratico, concettuale o dialogico. Da bambini, nessuno ci ha mai spiegato che per errore si intendeva “l’allontanarsi, col pensiero o con l’azione, dal bene, dal vero, dal conveniente” (cit).
L’errore, nella vita di ciascun essere umano ed in quasi tutte le epoche evolutive, assume una concezione perlopiù negativa. Quasi sempre si tratta di un’azione o di un’affermazione che suscita pentimento e che risulta sconveniente.
L’errore come aspetto neurofunzionale costitutivo
Il nostro cervello però, sia da un punto di vista neurofisiologico che neurofunzionale, procede per tentativi ed errori, e possiede quindi l’errore come competenza costitutiva ed intrinseca.Il famoso detto tale per cui “sbagliando si impara” rappresenta un concetto di fondamentale importanza, spesso sottovalutato o sminuito, lasciandoci cadere in quelle che sono delle banali e superficiali considerazioni dell’elaborato altrui basate su schemi e preconcetti personali. Un bambino che fa un errore sta apportando un’informazione imprescindibile ed essenziale al suo cervello in crescita, che arricchirà il suo database interno e promuoverà il fenomeno di pruning (già citato in un articolo sul blog, clicca qui per leggere).
Pinki il coni commette un errore
Come possiamo osservare nell’immagine in cui Pinki rovescia l’intero contenitore di inchiostro sul suo album da disegno, le emozioni preponderanti e primarie sono quelle dello sconforto, dell’incredulità, del pentimento. Quando si verifica un evento inaspettato ed indesiderato, l’emozione di riferimento assume sempre, a primo impatto, una valenza negativa. Solo successivamente, osservando meglio cosa ha “provocato” questo errore, Pinki il coni si accorge di aver realizzato un bellissimo disegno e che il fatto di essersi sbagliato ha dato vita a creatività e bellezza.
L’errore assume la valenza che noi gli assegniamo
Il mondo appare ai nostri occhi in base alle lenti con cui lo guardiamo, la realtà è tale solo in base a ciò che noi decidiamo di selezionare come rilevante od importante in funzione dei nostri standard e desideri. Ogni errore può acquisire una doppia valenza, sulla base di come noi ci affacciamo o ci rivolgiamo ad esso. Redarguire l’errore di un bambino può essere fatto utilizzando differenti modalità e l’approccio ma soprattutto l’emozione con cui noi facciamo fronte ad esso svolge il ruolo centrale nel processo.